Gli ETF

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Parlare di ETF diventa negli anni sempre più interessante. Ampiamente utilizzati in tutto il mondo da consulenti indipendenti o da singoli investitori, il mercato degli ETF ha raggiunto ad oggi i 7,7 mila miliardi di AUM (asset under management).

Cos’è un ETF?

Un ETF (Exchange Traded Fund) è un fondo a gestione passiva che replica l’andamento di un mercato di riferimento. In altre parole è un “contenitore” in cui si mette il proprio risparmio insieme a quello di altri investitori.

Il gestore del fondo acquisterà poi con questa somma di denaro gli strumenti (azioni, obbligazioni, ecc..) su cui si andrà a investire.

Ad esempio un ETF sull’ Azionario USA avrà al suo interno azioni di svariate società quotate in borsa negli Stati UnitiCosì facendo si andrà a replicare l’andamento e le performance del mercato azionario USA.

Dato che “copiare” un andamento è semplice, i costi di gestione sono molto bassi a differenza dei fondi a gestione attiva.

 

Costi di gestione degli ETF

Come detto prima dato che il gestore “copia” l’andamento di un mercato di riferimento, il costo di gestione annuo è molto basso.

In media si sostiene un costo dello 0,25% annuo. Un fondo comune di investimento (quindi gestione attiva) ha costi in media del 3% annuo.

 

Il problema dei fondi comuni di investimento (gestione attiva)

Emerge sicuramente una prima problematica che è quella dei costi di gestione annui, ma c’è dell’altro.

I fondi comuni di investimento detti anche “attivi” hanno una gestione appunto attiva al loro interno.

Le somme di denaro investite dai risparmiatori vengono movimentate molte volte nel corso del tempo con lo scopo di provare a battere il mercato.

Battere il mercato vuol dire provare a far meglio del rendimento generato dal mercato di riferimento andando a modificare i pesi all’interno dell’ asset allocation.

Faccio un esempio:

Fondo comune di investimento che ha come indice di riferimento lo S&P500 (le 500 società americane con più alta capitalizzazione).

Ogni singola società ha un suo peso in termini percentuali all’interno dell’indice S&P500. Il gestore attivo modifica quelle percentuali più volte durante l’anno, sulla base delle proprie previsioni cercando di trovare le società che andranno meglio rispetto alle altre.

Il problema nasce dal fatto che nel 90% dei casi un gestore attivo non riesce nel suo intento. E se dovesse riuscirci,  c’è una probabilità molto bassa che riesca anche l’anno successivo.

Questo perchè prevedere il mercato con precisione non è possibile.

Di seguito uno studio fatto da Morningstar che evidenzia come il fondo di investimento sia riuscito a creare extra-rendimento al lordo dei costi di gestione (punti rossi). Una volta però applicati i costi di gestione annui abbiamo i punti azzurri ovvero nessun extra-rendimento per la maggior parte dei casi.

La linea tratteggiata rappresenta lo step da superare (verso destra) per avere dell’ extra-rendimento.

Per acquistare un ETF cosa devo fare?

Acquistare un ETF è semplice.

Essendo strumenti quotati in borsa in tempo reale come delle semplici azioni, sono acquistabili tramite quasi tutte le piattaforme di homebanking (se si è abilitati all’acquisto di strumenti finanziari).

 

 

Conclusioni

Come abbiamo visto scegliere gli ETF come tipologia di strumento finanziario nel proprio portafoglio implementa diversi vantaggi. 

Ovviamente è molto importante scegliere gli ETF corretti tra i tantissimi a disposizione per garantire un’ ottima diversificazione e decorrelazione tra le asset class che compongono il portafoglio. Creando quindi un portafoglio in grado di affrontare qualsiasi condizione di mercato.

E per fare ciò un consulente indipendente fa la differenza.

Se hai dubbi o vuoi ulteriori informazioni chiama o scrivi al +393245453679